Daniela Musone – HOW I FEEL?

250,00

Acrilico e matite su carta e legno, 100x 100 cm; smartphone

L’installazione che nasce con l’idea di discutere la relazione tra linguaggio del corpo ed emozioni e l’interpretazione di tali emozioni da parte di un’intelligenza artificiale (AI). Sempre più connesso alla sfera di un iper-mondo digitale l’uomo è portato a ridurre al minimo i momenti confidenziali in cui è solito riflettere sul senso intimo delle proprie reazioni emotive. Vive, spesso senza accorgersi, un radicale cambiamento del rapporto tra la sfera del sociale e quella del personale che sta acquistando l’aspetto di una cesura tra le due dimensioni. In un futuro distopico non troppo lontano si inseriscono le AI che stanno affinano gli studi circa questo rapporto tra la sfera interna e quella esterna di un individuo: queste lavorano sul fenomeno visibile del legame interno-esterno cercando di leggere e decifrare le espressioni delle persone attraverso tecnologie avanzate e calcoli matematici che potenzialmente possono corrispondere a determinati stati emotivi. Un esempio di questi sviluppi l’uomo può notarlo in semplici e diffusi strumenti come le applicazioni installabili su smartphone che a partire dai dati biometrici di un volto possono leggere emozioni stabilendo lo stato patetico di un individuo. Studi già esistenti sulla mimica facciale e sulla relativa importanza psicologica di queste letture devono ad oggi tenere conto di una nuova grande variabile che riguarda la tecnologia connessa ai processi di lettura e la relativa liceità dell’utilizzo dei sistemi informatici di riconoscimento. Il tema del progetto “How I feel?” verte su questo possibile ed oscuro diaframma che può esistere tra ciò che si vede e ciò che si sente, su questa assurda potenzialità che ogni espressione possa corrispondere ad una precisa emozione e quindi ad un dato stato mentale e infine sul pericolo che queste letture siano preda di facili interpretazioni promosse da culture forti. L’opera “How I feel?” si presenta come un’installazione composta da un dipinto ad acrilico su legno dell’artista John Lennon, copia di una iconica e carismatica foto. L’opera si attiva nel momento in cui viene utilizzata su questa un’applicazione di lettura facciale (Emotimeter) in grado di stabilire dei punti percentuale di alcune emozioni riconosciute “universali” sulla base di fotografie di volti.La app sentenzia un verdetto con un risultato variabile tra rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza, sorpresa etc.. Lo spettatore è chiamato a provare l’applicazione su sè stesso e annotare la propria percentuale emotiva; al contempo avrà la possibilità di confrontare il risultato della fruizione con il conteggio della percentuale emotiva dell’espressione del volto riprodotto di John Lennon notando che questa risulta, a dispetto della indiscussa capacità empatica e comunicativa dell’artista, un’espressione facciale per lo più senza emozioni, definita dall’applicazione “neutrale” al 98%. Attraverso questi processo si auspica l’apertura di una riflessione circa l’attendibilità e la liceità dei dati di tali sistemi, l’accuratezza mai sufficiente e l’interpretazione perennemente arbitraria delle espressioni altrui e infine la distorsione alla quale siamo spesso involontariamente obbligati quando usiamo le nostre riproduzioni fotografiche per comunicare sul web. La cultura del digitale parallela a quella della realtà ha le proprie regole e consuetudini che viviamo e di cui siamo semi-coscienti; il momento della verifica di tali presupposti si svolge attraverso l’installazione “How I Feel?” nel momento in cui l’artista invita tutti i fruitori a condividere la foto scattata durante l’esperienza di fruizione sui canali social con il tag “EmotimeterHowIfeel” ed il testo scritto “la/le percentuale/i della/e relativa/e emozione/i rilevata/e sulla propria espressione”.

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